Dik Dik, c'è l'accordo sul marchio / /
Trovata l'intesa tra gli artisti dello storico gruppo italiano nato nel 1965. Stop alla causa civile
(Tratto dalla Provincia di Cremona di Giovedì 13 Aprile 2006)
Alla fine, si sono messi d'accordo e si è chiusa in una bolla di sapone la guerra giudiziaria sul marchio "Dik Dik", lo storico complesso italiano nato nel 1965. Alla fine, Dik Dik erano e Dik Dik resteranno Cucciolo, all'anagrafe Nunzio Favia, pugliese adottato da Cremona (ha sposato una cremonese e risiede a Castelvetro) e il varesiono Roberto Carlotto. Batterista e tastierista continueranno a chiamarsi "Carlotto e Cucciolo ex Dik Dik" o "già Dik Dik". L'intesa sul marchio è stata raggiunta con gli altri tre elementi dell'ex gruppo, Pietruccio Montalbetti, il più caldo sul fronte giudiziario, Erminio Salvaderi (Pepe) e Giancarlo Sbriziolo (Lallo) e prevede qualche accorgimento, che Cucciolo e Carlotto dovranno rispettare, salvo pagare una penale. Così la scritta "Dik Dik" dovrà essere di dimensione ridotta del 60 per cento rispetto ai nomi dei due artisti.
In verità, nulla di nuovo, perchè è dal 1986 che esiste il gruppo "Carlotto e Cucciolo già Dik Dik".
"Di fatto, è prevalsa la nostra linea", ha detto l'avvocato Erminio Mola, legale dei due musicisti. I Dik DIk sono nati quarantuno anni fa con una formazione di cinque elementi: Montalbetti, Sbriziolo, Salvaderi, il tastierista Mario Todaro e il batterista Sergio Panno. Quest'ultimi due, era il 1972, furono sostituiti rispettivamente da Carlotto e Cucciolo, che dunque entrarono a pieno titolo nel gruppo.
Il fatto è che dopo il divorzio, Petruccio, Pepe e Lallo pretesero che Carlotto e Cucciolo non utilizzassero mai più la denominazione Dik Dik. "Ma Carlotto e Cucciolo subentrarono nella quota degli altri due musicisti, pagando anche i loro debiti - ha spiegato l'avvocato Mola -. Tra l'altro, il guadagno dei concerti veniva suddiviso equamente tra tutti e cinque. Inoltre, Carlotto e Cucciolo beneficiavano regolarmente, la pari degli altri, delle royalties distribuite dalla loro casa discografica".
Dopo il divorzio, la guerra giudiziaria. I due ricorsi in via d'urgenza bocciati non avevano però dissuaso Petruccio, Pepe e Lallo dall'intentare la causa civile contro Carlotto e Cucciolo, perchè si definisse nel merito, la questione del marchio.
E a loro volta, gli 'ex-Dik Dikì o 'già Dik Dik' avevano presentanto domanda riconvenzionale. Si è arrivati così davanti al giudice Bonaretti, della sezione specializzata di diritto industriale del Tribunale di Milano. Bonaretti è il magistrato che alla seconda udienza aveva comunque caldeggiato un accordo.
"E' finita in una bolla di sapone - ha commentato Cucciolo -. Si sono riaperti i rapporti umani, specialmente con Lallo. Per me non è cambiato nulla, se non che non andrò più nelle aule di giustizia".
Carlotto e Cucciolo Dik Dik erano e Dik Dik resteranno.
Sotto, l'articolo originale apparto sulla Provincia di Cremona: